Il Rintocco – Cosa resta della notte?
“Sentinella, quanto resta della notte?”. Questa frase del profeta Isaia (Is 21,12) ha ispirato filosofi e autori di canzoni. Esprime con forza, in momenti tragici, l’attesa di tempi migliori. “A da passa’ ‘a nuttata”, per dirla con Edoardo. “Viene il mattino e poi la notte…” risponde il profeta-sentinella, “convertitevi e venite.”
Credo che siano parole che esprimono il nostro smarrimento e la nostra speranza, in questa notte buia e tempestosa. La nostra Italia, in tragica evidenza fra le nazioni, affronta arrancando questa emergenza, nonostante che il nostro sistema sanitario sia considerato fra i migliori e in regioni di assoluta eccellenza da questo punto di vista. Questo virus, che si è cinto della corona del sovrano malvagio, sembra più forte dei nostri sforzi. I virus, si sa, per loro caratteristica mutano e si adattano per essere più efficaci. Anche l’uomo, per vincere la guerra, deve mutare o, per dirla con Isaia, convertirsi, ritrovare dentro la propria umanità “a immagine del Dio buono e misericordioso” la solidarietà e l’amore. È questo il mattino che è annunciato dalle prime incerte luci dell’aurora, l’immenso impegno generoso di tante persone: medici, infermieri, operatori sanitari di tutti settori, volontari, responsabili politici e amministrativi (sì, anche loro!). Anche le nazioni fra loro sono diventate più solidali, vengono ad aiutarci perfino dalla Cina e da Cuba. Alla richiesta di 300 medici per venire in soccorso nelle zone più colpite, se ne sono presentati in quasi ottomila, nonostante il pericolo. Verrà ancora il buio di qualche altra notte, ma finché gli uomini sapranno trovare nelle loro coscienze le risorse del bene, la speranza non finirà e sarà ancora mattino.
Per esorcizzare la paura, l’incertezza, la solitudine ci ripetiamo in tutti modi: “Andrà tutto bene!” o in alternativa: “Ce la faremo!”. È un bel modo di affrontare questa guerra, veramente mondiale, collettiva oltre che individuale. Gli slogan positivi e condivisi rafforzano il senso di essere comunità, al di là delle differenze e di altri motivi di divisione. Tutti uniti per il bene di tutti, pronti ad applaudire i campioni di questa lotta, quelli che sono in trincea, soprattutto gli operatori sanitari. Ne usciremo migliori. Oddio, qualche comportamento irresponsabile c’è sempre, qualche voce stonata c’è pure; ma si sa, contro il cretinovirus non c’è rimedio.