Il Rintocco – Martire del nostro tempo

Don Roberto Malgesini, il prete degli ultimi, è stato ucciso, a Como, martedì 15 settembre: la liturgia ricorda la Vergine Maria Addolorata, facendo seguito al ricordo della Esaltazione della Croce, che si celebra il 14 settembre. Non è una coincidenza banale. Ci aiuta a riflettere sul significato di questo fatto.

A uccidere don Roberto è stato uno degli ultimi che aiutava, pieno di una rabbia insensata perché stava prendendo corpo la sua espulsione dall’Italia. La rabbia si è scaricata sul più innocente. Chi opera con i poveri sa che spesso il loro disagio e il loro rancore si orientano su quelli che lo vorrebbero aiutare, perché sono gli unici alla sua portata… Sappiamo che don Roberto ha cercato di dialogare fino all’ultimo con il suo assassino. Lo ha fatto anche Gesù sulla croce, perdonando i suoi crocifissori e accogliendo il pentimento del ladrone di cui condivideva la sorte. Il suo martirio è stato un riproporre, qui ed ora, il stero della croce di Cristo, lo sconfitto che ha vinto la morte e sconfitto l’odio.

È stato un messaggio luminoso e forte a noi che viviamo in una società che, per sentirsi migliore e al sicuro, se la prende con gli ultimi degli ultimi. Sono sicuro che la Chiesa lo proclamerà santo al più presto: essendo un martire conclamato della carità, il percorso può essere molto veloce. Don Roberto aveva chiesto al vescovo di vivere la sua missione di prete “lavando i piedi ai poveri”. Emblematica è una foto che lo ritrae nell’atto di fasciare i piedi a un senzatetto.

La sua morte dovrebbe porre molte domande ai politici della sua città e a quelli dell’Italia. Ma penso che intanto noi dovremmo porre qualche domanda a noi stessi, contemplando il mistero dell’amore donato.