Capodanno persiano anche a Senigallia
È la festa più importante e gloriosa per molte popolazioni del Medio Oriente: il Nowruz (“nuovo giorno”) corrisponde al nostro Capodanno e si celebra in corrispondenza dell’equinozio di primavera da più di 3000 anni. Per questo oggi pomeriggio a Casa Stella, la casa famiglia che accoglie nei suoi appartamenti sul lungomare 10 famiglie in difficoltà di varie nazionalità (Bosnia, Tunisia, Italia, Senegal, Pakistan, Romania) e numerosi bambini (circa 25), ci sarà una grande festa, che unirà la tradizione popolare e pagana del Nowruz con quella religiosa della Pasqua per i cattolici. La festa è allestita grazie ai fondi del progetto SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), di cui Fondazione Caritas è l’ente deputato all’accoglienza e grazie al quale a Senigallia, nelle varie strutture sparse nel territorio, sono ospitati 55 soggetti da diversi Paesi del mondo, e sarà animata dai ragazzi del Servizio civile e dai volontari.
Il Capodanno persiano (chiamato così perché molto sentito e nato in Iran, antica Persia) non è una festa religiosa, nonostante oggi venga strenuamente rivendicata dagli islamici, ma una festa storica e non esiste famiglia in Iran che non la celebri, insieme ad altre 300 milioni di persone nel mondo. Si tratta di una festa che porta in sé il vero senso della festa, dell’allegria, della gioia, della rinascita. Anche a casa del presidente Barack Obama il Nowruz è molto sentito e Google, per suggerirne l’importanza, oggi ha proposto un Doodle spettacolare che si rifà alle tradizioni florali mediorientali per abbellire le case. Infatti M., iraniano a Senigallia da un anno e mezzo grazie a Caritas, insieme alla moglie e un figlio in arrivo, ci racconta: “Già molti giorni prima del Nowruz nelle case si iniziano a fare grandi pulizie, le mamme impiantano i fiori di primavera, le violette, simbolo dell’inizio della bella stagione. Tutti, grandi e bambini, si vestono di nuovo e si va a fare visita ai parenti per augurare buon anno. Qui a Senigallia festeggeremo a Casa Stella, dove alloggiano due famiglie di rifugiati insieme ai tanti altri ospiti, cercando di riprodurre soprattutto la tavola speciale del Nowruz: mia moglie è da giorni che prepara con cura tutto il necessario. Da millenni infatti in ogni casa si prepara la Haft Sin, cioè la tavola delle 7 S, tavola imbandita in cui sono presenti 7 oggetti simbolici che in lingua persiana iniziano con la S (germogli, mele, spezie, aglio, aceto, monete, giacinti e una crema simbolo di dolcezza). In ogni tavola ci sono sempre anche uova dipinte e colorate, uno specchio che riflette gli oggetti, dei pesci rossi e il Corano”.
Casa Stella è una struttura di accoglienza nata circa 5 anni fa grazie a Fondazione Caritas, in un momento in cui le richieste principali non erano più dei singoli individui ma degli interi nuclei familiari. Ha come obiettivo quello di dare un sostegno materiale e psicologico alle famiglie in grave difficoltà e rispondere in modo urgente e tempestivo alle loro esigenze. L’edificio, un condominio che è un vero puzzle di colori grazie ai tantissimi bambini di etnie diverse che vi abitano, è formato da singoli appartamenti a carattere temporaneo, destinati a famiglie in attesa di soluzioni abitative stabili e definitive, che vengono seguite da operatori e volontari Caritas nella progettazione del loro futuro e soprattutto della loro indipendenza. Ogni mese a Casa Stella si festeggiano i compleanni dei bambini che compiono gli anni in quel mese, coinvolgendo i volontari e i ragazzi del Servizio civile per laboratori didattici e ricreativi. Attualmente ospita anche due famiglie del programma SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).
Fondazione Caritas è l’ente gestore scelto dal Comune di Senigallia per aderire allo SPRAR, programma che realizza progetti di accoglienza integrata che superano la semplice distribuzione di vitto e alloggio ai richiedenti asilo e rifugiati politici. Lo SPRAR infatti prevede misure di informazione (corsi di italiano, di educazione civica…), assistenza, accompagnamento e orientamento, attraverso la creazione di percorsi individuali per favorire l’inserimento sociale ed economico dei soggetti, che provengono da vari Paesi del mondo, dai quali si sono allontanati per la drammatica situazione politica, la guerra e le persecuzioni razziali e religiose.