Fotografia come mezzo di integrazione
È iniziato il mese scorso l’originale corso fotografico rivolto ai beneficiari del progetto SPRAR (Servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, a Senigallia gestito da Fondazione Caritas) e tenuto dal gruppo fotografico di Senigallia Primo Piano, dal titolo “Fotografia e rifugiati”. Si tratta di un percorso formativo e ricreativo finalizzato all’integrazione culturale, ideato in sintonia tra gli operatori dello SPRAR e l’associazione di promozione culturale Sena Nova, che opera in vari settori dell’espressione artistica tra cui quello fotografico. La fotografia diventa il mezzo per stimolare la crescita comune degli attori coinvolti, quindi sia fruitori che formatori, sia i rifugiati che i fotografi professionisti, in un’ottica di integrazione e di conoscenza reciproca dei propri modelli culturali, estetici, artistici ed etici. I beneficiari sono in totale dieci, provenienti da vari stati dell’Africa (Mali, Gambia, Sudan e Nigeria) e da Iran, Pakistan e Afghanistan, mentre i “docenti” sono Enrico Morbidelli, Vito Carfì, Walter Ferro e Camillo Nardini.
Dopo una prima fase di lezioni per spiegare tecniche, teorie e modalità legate all’uso del mezzo fotografico, ci sono e saranno uscite sul territorio cittadino (finora i Portici, luogo emblematico della fotografia vista come sistema geometrico, la Rocca, il lungomare) per mettere in pratica il contesto teorico, in previsione di un volume e di una mostra vera e propria che i cittadini potranno ammirare in estate, forse proprio il 20 giugno, Giornata mondiale del rifugiato.
Dovevano essere cinque lezioni, ma si sono trasformate in molte di più perché, come dice Camillo Nardini, “come associazione abbiamo il massimo interesse per nobilitare e consolidare la nostra conoscenza reciproca e mostrare agli iscritti la bellezza artistica della nostra Italia”.
Enrico Morbidelli, presidente di Primo Piano: “Siamo consapevoli che la semplice accoglienza non riuscirebbe a soddisfare le esigenze di una piena integrazione: un percorso di integrazione culturale, attraverso la fotografia, può contribuire a una crescita comune. Dal canto nostro ci stiamo avvicinando con maggiore sensibilità alla conoscenza della visione della vita di persone straniere, che a fatica tentano di inserirsi nel nostro contesto sociale”.
Lo SPRAR realizza progetti di accoglienza integrata, che vanno al di là della semplice distribuzione di vitto e alloggio, ma prevedono anche misure di informazione, assistenza, accompagnamento e orientamento attraverso la creazione di percorsi individuali, volti a favorire l’inserimento socio-economico dei soggetti, che sono richiedenti asilo e rifugiati politici. Il comune di Senigallia è l’ente capofila, che ha affidato la gestione del sistema alla grande esperienza di Fondazione Caritas, che ospita i soggetti (circa una cinquantina, provenienti da vari Paesi, spesso in guerra) nelle strutture di accoglienza e li accompagna in un percorso di autonomia.