Arrivano i “Cantieri Meticci”
Tutto pronto a Senigallia per ospitare i Cantieri meticci, il grande esperimento nazionale di teatro che mescola forme artistiche, linguaggi e persone di tutte le nazionalità. Nati a Bologna una decina di anni fa per promuovere l’integrazione dei richiedenti asilo e dei titolari di protezione internazionale, i Cantieri sono, come dicono il nome, una fucina avanguardistica di laboratori, idee culturali, forme d’arte e di espressione senza eguali che mettono insieme un variegato equipaggio di artisti.
Ora arrivano anche nella nostra città grazie a Caritas, al Comune di Senigallia e allo SPRAR, il Sistema di protezione rifugiati e richiedenti asilo, con uno spettacolo intenso ed emozionante, “Il violino del Titanic”, che verrà ospitato da uno dei più attivi centri culturali-artistici della città, il Circolo Cesano, domenica 5 marzo alle 18.30. Lo spettacolo è uno dei primi grandi momenti di riflessione e approfondimento su temi importanti come la povertà, l’accoglienza, l’immigrazione e il volontariato che Caritas mette in atto nel periodo di chiusura del Centro di solidarietà.
“Il violino del Titanic”, ovvero “non c’è mai posto nelle scialuppe per tutti (studio uno per affondamento con spettatori)”, è ispirato all’opera “La fine del Titanic” del poeta tedesco Enzensberger: si tratta di un’opera di forte impatto che va assolutamente vissuta per comprendere il presente delle nostre città, dei nostri luoghi identitari e dei volti che hanno moltiplicato le forme dell’esistere quotidiano. I Cantieri infatti portano in sé molto più di una città e di un luogo geografico: portano la molteplicità di una società amalgamata e trasformata, anche grazie all’arte.
Tra le grandi innovazioni dei Cantieri meticci il ruolo attivo dello spettatore, italiano e straniero, che partecipa in prima persona al ciclo di laboratori connessi allo spettacolo: l’esperienza dei Cantieri infatti sta germinando in varie città italiane grazie ai laboratori teatrali e alle contaminazioni che ne fioriscono. A Senigallia i laboratori, rivolti a tutte le persone dai 16 anni in su, cominciano sabato 4 marzo e proseguiranno per 5 fine settimana.
Grazie ai Cantieri, inizialmente “Compagnia dei rifugiati”, molte persone fuggite dai propri Paesi a causa di guerre e persecuzioni hanno trovato un luogo dove imparare l’arte del teatro, dove mettersi in gioco, uno strumento per tessere relazioni e sperimentare la lingua italiana. La compagnia è cresciuta sempre più, sviluppandosi verso situazioni sempre più ibride a cui partecipano italiani e migranti, aumentandone il valore interculturale.
Il nome Cantieri meticci nasce nel 2013: oggi ne fanno parte una trentina di attori che provengono da tutto il mondo. “La scommessa maggiore” dice il direttore artistico Pietro Floridia “è quella di creare lavoro, lavoro a partire dalla realtà del teatro, luogo dove esiste la possibilità di riconoscere e coltivare i background culturali di ognuno”. Ma è anche quella di trasformare il teatro in strumento di accettazione propositiva e di esplorazione del cambiamento, della migrazione, dell’altro.