20 novembre – della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza
Novembre mese della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che si celebra il 20, giorno dell’approvazione a New York della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia: peccato che questi diritti a molti bambini nel mondo siano ancora negati, senza andare troppo lontano, come hanno ricordato alcune relatrici del frequentato convegno sui Minori stranieri in Italia che si è svolto alla biblioteca comunale, organizzato dalla SIMM (Società italiana di medicina delle migrazioni) in collaborazione con SPRAR (Sistema di protezione rifugiati e richiedenti asilo) e GrIS (Gruppo immigrazione salute) Marche.
Tra i casi più dolorosi e impegnativi di cui si è parlato a Senigallia sicuramente quello degli “orfani bianchi”, ricordati dalla psicoterapeuta Maria Luisa Mazzetta, figli di donne migranti che abbandonano il loro Paese, specialmente dell’Est Europa, per tentare fortuna come badanti. Spesso le mamme lasciano i loro figli ai nonni, di notte, quando i bambini dormono, innescando nei piccoli un senso di colpa incurabile. Li chiamano anche “figli dell’addio” o “figli del silenzio” e vivono complicazioni psicologiche e affettive durissime. Oppure il caso dei minori stranieri non accompagnati, la cui fragilità è raddoppiata in quanto vivono l’adolescenza in una dimensione che non gli appartiene. “La costruzione dell’identità” ha spiegato Alessandra Cecchetto, ostetrica veneziana “è ponte tra due culture, con tutte le difficoltà di questo metissage. Le ragazze ricevono forti pressioni, investite dal gruppo di appartenenza del compito di serbare le tradizioni e allo stesso tempo desiderose di raggiungere la propria autonomia e un ruolo nel Paese di accoglienza, che sentono come proprio. Inevitabili i conflitti, fisiologici, che in una situazione di costruzione dell’identità cozzano prepotentemente con le aspettative dei genitori, tanto più se questi non si sono inseriti, non hanno trovato un’armonica collocazione nel Paese ospite, che li ha respinti, piuttosto che accoglierli, e vivono la lacerazione del ricordo arroccati nella tradizione originaria, per non perdere la loro identità”.
La dottoressa Rosalia Da Riol, del Gruppo di studio del bambino migrante, ha illustrato il quadro dei minori migranti in Italia, mutato non nei numeri (sempre il 20% circa della popolazione straniera residente) quanto per Paesi di provenienza, storia migratoria e profilo di salute. Il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati, spesso undocumented, è invece in aumento negli ultimi 4 anni. “Oltre ai problemi di salute fisica e psichica” ha spiegato Da Riol “derivati dalle condizioni precedenti alla partenza e dal percorso migratorio, una volta sbarcati questi minori sono ulteriormente segnati da situazioni di accoglienza lontane dai principi elementari di salute pubblica e d’igiene mentale (ricoveri sovraffollati, promiscuità con gli adulti, pulizia e nutrizione scadente)”.
Novità importanti arrivano dalla recente Legge Zampa del 7 aprile scorso (L.47/17), secondo la quale i minori stranieri non accompagnati si equiparano ai minori autoctoni e godono degli stessi diritti, quindi avere un tutore, tempi rapidi e certi per l’accertamento della minore età e per attivare le procedure di protezione in luogo adatto. È necessario che la nostra società operi a favore della loro tutela, perché, come ripetuto al convegno, “una maggior attenzione ai problemi dei giovani stranieri avrà come riflesso virtuoso l’occuparsi fattivamente anche per i ragazzi autoctoni che si trovino in condizioni analoghe”.
La dottoressa Mariani, referente dell’Ufficio centrale SPRAR, ha ricordato i numeri, aggiornati all’ottobre 2017: i progetti SPRAR a favore dei minori stranieri non accompagnati nella provincia di Ancona sono 15 e 10 nella provincia di Pesaro Urbino.