Risultato importante per lo SPRAR Senigallia
Risultato importante e virtuoso per lo SPRAR (Sistema di protezione rifugiati e richiedenti asilo) di Senigallia e Ambito territoriale 8: il progetto della nostra città è stato infatti segnalato dal tutor territoriale quale progetto idoneo a ospitare operatori SPRAR da altre città italiane. Il nuovissimo Erasmus in SPRAR, così viene denominato, prevede la possibilità di attivare percorsi di confronto tra i vari progetti italiani dedicati alla protezione dei richiedenti asilo e dei rifugiati, facendo così ospitare o inviare i propri operatori presso gli SPRAR di altre città, per mettere in atto un confronto e scambiarsi buone prassi.
Sono quindi arrivate a Senigallia per tre giorni, da mercoledì 17 a venerdì 19, due operatrici di uno dei tanti SPRAR del comune di Roma (città che in totale ha 10.000 posti SPRAR rispetto ai nostri 55), in rappresentanza dell’équipe del progetto romano di Pigneto e Casal del Marmo (che contano 28 + 31 accoglienze), che come Senigallia accoglie famiglie monoparentali. Flaminia e Prisca si sono confrontate a lungo con le nostre operatrici su modalità, metodi di intervento, strumenti e difficoltà quotidiane nell’accoglienza di rifugiati. Le due realtà, Senigallia e Roma, sono molto diverse sotto vari punti di vista, soprattutto per l’aspetto dei numeri e del territorio circostante. “Questo scambio” dice Flaminia “è assolutamente positivo e da ripetere. In questo modo possiamo raffrontare le tecniche e gli strumenti di lavoro che utilizziamo noi e che utilizzano gli altri, rendendoci quindi conto che certe modalità possono essere trasferite nella nostra realtà mentre altre sono molto interessanti ma non applicabili. L’arricchimento che deriva da questi scambi è vitale e virtuoso, anche solo nel rincuorarci quando si tratta di raccontare le difficoltà individuali”. Un progetto che, creando connessioni, dà spinta e valore a SPRAR, che rimane il miglior progetto di accoglienza integrata esistente nel nostro Paese. “Senigallia vive una realtà molto diversa dalla nostra” racconta Prisca “e gode dell’aiuto di chi sta attorno a SPRAR, quindi la diocesi e le piccole comunità che accolgono. Il sistema stesso è strutturato diversamente per l’ambiente che lo circonda: a Roma abbiamo uno realtà più complessa che gode di risorse maggiori, qui la realtà è meno complessa ma c’è un’ottima capacità di ricevere supporti dall’esterno”.