Resoconto della festa per la fine del Ramadan
Ore di festa e condivisione di un momento molto importante per i musulmani che vivono nel nostro territorio venerdì alle 18.30 a Casa San Benedetto, in via delle Saline. Si è svolta infatti con larga partecipazione la tradizionale festa per la fine del Ramadan, in ritardo di qualche giorno rispetto alla reale data di fine del digiuno, che era sabato 24 giugno.
Nel giardino della struttura Caritas, che accoglie mamme con minori, si sono riuniti rifugiati, richiedenti asilo, stranieri di prima e seconda generazione, italiani, volontari e tanti operatori Caritas e SPRAR per festeggiare insieme il termine di un periodo di grande profondità spirituale per chi ha fede islamica. Secondo l’ormai tradizione annuale, la festa si è svolta mettendo in comune i piatti tipici del proprio Paese, cucinati con amore e cura dalle donne straniere di Senigallia, ballando al ritmo della musica suonata da Ayuba, sfidandosi a biliardino e a calcio e chiacchierando fino a tarda sera. Prima di iniziare la cena Ayuba e Mohammed, due ragazzi stranieri, del Ghana e della Libia, hanno recitato una preghiera a nome di tutti, che ogni ospite, cristiano o musulmano, ha accolto con silenzio e rispetto, sotto il segno di un’integrazione che si fa sempre più reale e tangibile, anche grazie ai tanti progetti SPRAR che Caritas mette in campo durante l’anno. L’accoglienza più bella nasce dal desiderio di conoscersi e di incontrarsi e questi eventi comunitari ne sono un simbolo brillante. I due capofamiglia siriani, durante la serata, si sono occupati di servire gli invitati, descrivendo i piatti preparati e gli ingredienti contenuti: la cucina è sempre un ottimo mezzo di conoscenza e di scambio reciproco.
Il mese del Ramadan è un mese che unisce i musulmani, perché è usanza invitare, durante questo periodo eccezionale di penitenza, i propri vicini di casa, gli amici, i parenti, a condividere il pranzo serale e a recitare le tarawih, le preghiere tipiche di questo momento di fede. Il digiuno non ha solo un significato “fisico” ma soprattutto spirituale, poiché durante il Ramadan ci si priva del cibo ma anche dai cattivi sentimenti, dalle menzogne, dalla rabbia e dai contrasti, praticando la carità e la generosità.