Il lavoro come risposta sociale

25 Novembre 2020
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Il lavoro come risposta sociale

In tempi di pandemia la sofferenza economica e sociale si sta rivelando molto drammatica anche nel nostro territorio. Persone che hanno perso il lavoro, famiglie che stentano nelle spese più comuni, uomini e donne che si trovano a dover affrontare grandi disagi e incertezze quotidiani.

Per questo ci siamo attivati in ogni modo per far intraprendere a chi si rivolgeva al nostro Centro di ascolto più tirocini e inserimenti lavorativi. Dal mese di marzo in poi la scelta diocesana è stata quella di dedicare 170.000€ a questo tipo di interventi, per un totale di circa 70 persone sostenute. Qualcuno è inserito con un contratto, il 90% intraprende tirocini di vario tipo, soprattutto quelli di inclusione sociale. Queste azioni mirano a un inserimento lavorativo che restituisca dignità sociale e insegni anche un nuovo mestiere, la cui nuova manualità potrà essere spesa in futuro e inserita tra le proprie competenze personali. È importante sottolineare che non si tratta di una risposta lavorativa ma di una risposta sociale tramite il lavoro. La collaborazione e l’intesa con il pubblico sono fondamentali nella riuscita dei nostri inserimenti e ci permettono di monitorare la situazione della povertà in aumento.

I beneficiari provengono dall’intero territorio diocesano, sono per la maggior parte giovani e di nazionalità italiana: il disagio giovanile sta affiorando in modo particolare ora, a causa della pandemia. Rispetto ai nostri tradizionali inserimenti questi riguardano più da vicino persone che hanno perso un lavoro stagionale e una quotidianità fatta di lavori saltuari, che vivevano già in una situazione in bilico la quale con il Covid si è aggravata ed è precipitata. L’età oscilla tra i 18 e i 60, mentre sono solo 6 gli inserimenti over 60, e la nazionalità è al 70% italiana. Gli inserimenti sono partiti da luglio, poiché fino a giugno i tirocini erano bloccati, e terminano quasi tutti il 31 dicembre. I luoghi di svolgimento del lavoro sono quelli della cooperativa Undicesimaora, cioè l’Orto della solidarietà, la falegnameria, il magazzino solidale Rikrea, la libreria e le strutture Caritas per le pulizie.

Grazie a Undicesimaora, la cooperativa che nasce da Fondazione Caritas proprio per migliorare la qualità di vita di chi vive in uno stato di disagio e povertà nel nostro territorio, siamo riusciti a inserire negli anni tantissime persone. Creare luoghi di lavoro temporanei, offrire formazione e accompagnare al reinserimento sociale sono i tre cardini di Undicesimaora, che da dieci anni cerca di offrire una risposta concreta alle tante famiglie e ai singoli che in questi anni vivono il dramma della disoccupazione come vero e proprio dramma individuale. L’aiuto che passa attraverso un mestiere solitamente guarda a una futura indipendenza economica, ma in questo periodo è anche un grande sollievo economico e psicologico.

25 Novembre 2020
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