Il Rintocco – Al tempo della ricostruzione
Ci stiamo ripetendo spesso che questa contro il Covid19 è una guerra che noi umani stiamo combattendo in tutto il mondo. Molto più mondiale delle guerre mondiali, con tante vittime e con tante macerie nell’economia. Noi che ci siamo entrati fra i primi e in modo pesante, abbiamo ora l’opportunità di uscirne. E dobbiamo ricostruire una società che non può essere più quella di prima.
Dopo l’ultima guerra mondiale, alla metà del secolo scorso, in un paese pieno di macerie e di ferite fisiche e morali, ivi comprese anche quelle di una guerra civile, il popolo italiano ebbe uno scatto di orgoglio. Da una società di economia prevalentemente agricola, con una struttura autoritaria non solo per via della dittatura fascista, ma anche da una strutturazione alto/basso: signori/bifolchi, istruiti/ignoranti, clero/fedeli… costruì una società diversa, più libera e democratica, con la pari dignità e il diritto alla partecipazione di tutti. Fu un cambiamento di epoca e di qualità delle persone. A guidare questo cambiamento ci fu una classe politica profondamente divisa da ideologie contrapposte e nemiche, ma anche profondamente unita nella volontà di costruire una società migliore per uomini migliori. A distanza di tempo lo possiamo dire e la splendida Costituzione italiana scritta da tutti i partiti, ne è la prova.
Anche ora dobbiamo ricostruire la nostra economia, le nostre relazioni sociali, la nostra fiducia nel mondo, la nostra scala di valori. Ho l’impressione che la nostra classe politica così ampiamente interessata ai propri successi elettorali piuttosto che alla costruzione di una società più serena e felice, e quindi più occupata a raccontar le proprie opinabili verità e fomentare ostilità che a cercar soluzioni per tutti, non sia all’altezza del proprio compito.
Perciò siamo noi i protagonisti: le persone; la società viva, organizzata, collegata, attiva; la rete tra le energie positive che abbiamo imparato a formare per sentirci solidali gli uni con gli altri.
Non possiamo più aspettare che siano i vertici a guidare il cambiamento, dobbiamo farlo anche dal basso, o meglio dall’alto del nostro essere la comunità vera, che vuole il bene di tutti, tutto il bene possibile per tutti. Mettendoci le nostre risorse, le nostre energie, i nostri sogni. Non perdiamo troppo tempo a parlar male dei politici, facciamo la nostra parte, siamo una comunità forte e solidale, possiamo farcela.
Don Giancarlo Giuliani