Il Rintocco – Fraternità

25 Marzo 2022
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Il Rintocco – Fraternità

Fraternità è nome bello, evoca affetto duraturo, collaborazione, sostegno, complicità positiva. Eppure, quando pensiamo a storie di fratelli, molto spesso ci vengono in mente rancori, odi viscerali e insanabili, addirittura sangue versato. A cominciare dalle storie di fraternità della Bibbia: prima di tutto ed emblematica quella di Caino e Abele. Ma anche Esaù e Giacobbe, Giuseppe e i suoi fratelli… per finire ai due fratelli della parabola del figliuol prodigo, in gelosa contrapposizione.

Pensavo a tutto questo vivendo le notizie drammatiche dei giorni della guerra in Ucraina, condotta ferocemente dai russi contro i fratelli ucraini, considerati traditori perché non più disposti al ruolo di fratelli minori, soggetti ai diritti di primogenitura di quelli che si considerano fratelli maggiori, con il diritto di tutela. Quanto più si è vicini e legati, tanto più sarà feroce sia la ribellione che la repressione. Qui c’è la radice di questa violenza assurda, insensata, blasfema, per usare le parole di Papa Francesco.

“Fra voi però non è così” – dice Gesù – non chiamate nessuno Maestro, Guida, Padre… perché uno solo lo è, “e voi siete tutti fratelli.” E ancora: “Chi vuol essere il primo, sia il servo di tutti.” Alla logica del potere Gesù contrappone quella dell’amore. È un linguaggio completamente stonato rispetto al sottofondo della musica delle bombe. Eppure è quello che siamo chiamati a trasmettere, soprattutto con la forza delle azioni concrete. Sarebbe difficile parlare di non violenza a chi la violenza, crudele e insensata la subisce. La non violenza si può praticare nella propria vita e nelle proprie scelte, ma non la si può pretendere dagli altri: la legittima difesa è diritto sacrosanto. Difendersi attivamente può aiutare a cambiare le situazioni, ma non è sufficiente a cambiare le persone e dunque il futuro. Gesù dice che bisogna operare per la pace più che parlare di pace.

Accoglienza, ascolto, rispetto, comprensione dell’altro e delle sue ragioni sono i passi che possiamo compiere per costruire la pace. Spesso saremo chiamati anche a curare le ferite, quelle del corpo e quelle dello spirito. Dovremo usare pomate e garze, ma soprattutto attivare i metabolismi biologici delle persone: la stima di sé stessi e degli altri, il sentirsi accolti e amati gratuitamente e dunque capaci di amare. E forse potremo sanare le fraternità ferite.

Don Giancarlo Giuliani – Direttore Caritas Senigallia

25 Marzo 2022
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