“La Finestra”, racconti in occasione della Giornata del Rifugiato

15 Giugno 2018
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“La Finestra”, racconti in occasione della Giornata del Rifugiato

Si avvicina la data della Giornata mondiale del rifugiato, il 20 giugno, e come SPRAR e Caritas, che a Senigallia gestisce il progetto SPRAR per il Comune e l’Ambito territoriale, lavoriamo ogni giorno per assicurare una vita dignitosa e accogliente nella nostra comunità agli stranieri che hanno fatto richiesta di asilo politico. Per dare voce ad alcuni di loro, ogni sei mesi usciamo con un allegato a “La voce misena”, il settimanale della diocesi. Lì raccogliamo i racconti, scritti in prima persona e spesso proprio da loro, di stranieri che vivono nel nostro territorio, dei loro sogni, delle loro aspettative e delle loro difficoltà. Il nostro pensiero principale, quando abbiamo ideato “La finestra”, lo scorso anno, era quello di smettere di parlare noi di loro ma di far parlare loro, dandogli la possibilità di esprimersi e di far capire come vivono la relazione con noi e con il nostro Paese. Aprire la finestra sul mondo vuol dire essere attenti a guardare e ad ascoltare con le orecchie e con il cuore. Perché secondo noi questo è fondamentale: scoprire come chi viene da altri paesi percepisca gli italiani e l’Italia, i motivi della fuga e i desideri che lo riempiono interiormente.

Ora che nei discorsi di politica internazionale si avverte troppo spesso una sensazione di odio diffuso, profondo e disumano, pensiamo che sia ancora più importante mettere nero su bianco la verità e cioè che non possiamo parlare di uomini, di donne, di bambini come di oggetti, cadendo nell’errore di dimenticare il valore della vita umana. Per questo pubblichiamo il nostro allegato – non solo in occasione della Giornata del rifugiato – per dare parola a chi parola ormai sembra non avere più, per far capire al lettore intelligente che questo clima di ferocia senza precedenti ucciderà il nostro Paese, proprio come sta ferendo la sensibilità di quegli italiani che allungheranno sempre la mano verso chi sta affogando. Continueremo a cercare di inserire nella comunità uomini di vari paesi del mondo che sono arrivati qui perché schiacciati dalla violenza politica, religiosa e tribale, continueremo a trovare per loro una casa, la giusta scuola per i loro figli, un mediatore che ci aiuti a capirli, un corso per imparare a guidare, uno per imparare a cucinare e uno per apprendere la nostra lingua. Tutto ciò che facciamo ogni giorno, silenziosamente e senza dare ascolto alle grida di guerra che ci circondano, vorremmo continuare a farlo. Rivendichiamo il diritto di aiutare il prossimo e di essere portatori di carità, come nel nostro mandato.

15 Giugno 2018
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