Riconoscere

Mi trovo in un ufficio. Sto accompagnando una ragazza straniera e il suo bambino per darle una mano a giostrarsi nella burocrazia. La burocrazia italiana non è semplice da spiegare a chi viene da un Paese lontano. Per niente facile.

Finché aspetto guardo verso la porta d’entrata. Una ragazza, appena arrivata, mi guarda intensamente e mi saluta con un largo sorriso, come se ci conoscessimo bene. Io, colta di sorpresa, ricambio il saluto e nel minor tempo possibile provo a capire chi è, dove l’ho già vista e in quale frangente. Ci penso ma proprio non ricordo. Arriva il mio turno, vado diretta allo sportello per togliermi dall’imbarazzo. Impiego diversi minuti a svolgere tutte le pratiche, traduco per la mamma che accompagno, le spiego a che cosa servono i vari passaggi e le firme che deve fare. Finita la procedura, esco dall’ufficio, distratta dal bambino piccolo che è con me e mi tiene la mano. Non faccio caso alla ragazza che mi aveva salutato. Mentre salgo in auto, mi torna in mente il suo sorriso e provo di nuovo a capire dove posso averla conosciuta. Niente, non mi viene in mente niente.

La dimentico fino al giorno dopo, quando mi reco a conoscere una nuova mamma e un bambino che saranno accolti nella nostra struttura. Entro nella stanza e di nuovo quella voce, quel sorriso, stavolta misto alle lacrime, che mi saluta. Io, di nuovo sorpresa, la saluto e mi avvicino, continuando a chiedermi se ci conosciamo già e perché non mi ricordo di questa ragazza.

Lei si presenta e mi dice “Ci siamo viste ieri, l’ho capito subito che ci saremmo incontrate di nuovo oggi, che saresti stata tu ad aiutarmi”. Di colpo capisco che non ci eravamo mai viste prima, ma che lei mi aveva riconosciuta.

Sì, aveva immediatamente riconosciuto in me la persona che l’avrebbe accompagnata in questo particolare momento della sua vita. Forse ce l’ho scritto in fronte, il lavoro che faccio. O forse, quando hai bisogno di aiuto, riconosci da uno sguardo la persona a cui ti puoi affidare.