Un medico che sa ascoltare

Sono arrivata in Italia per dare sostegno alla mia famiglia, rimasta in Romania. Facevo lavori nelle case, soprattutto. I primi tempi sono stati faticosi, ma lavoro sodo e di natura non mi lamento quasi mai.

Piano piano la mia malattia è peggiorata. Sono diabetica e so bene che il diabete non curato dà conseguenze tragiche. Così mi sono rivolta all’ambulatorio medico Paolo Simone, che sta proprio nella sede del Centro di ascolto della Caritas dove avevo chiesto aiuto. Il medico che mi ha visitato è stato gentile con me e mi ha fatto capire che la situazione era brutta: dovevo operarmi il prima possibile. Ho trascorso i due mesi di degenza dopo l’intervento al Centro di solidarietà. Curata e ascoltata.

Il caso ha voluto che mi fosse proposta una nuova vita in Campania, potevo ricominciare con un nuovo lavoro, una nuova strada e, soprattutto, una salute che sembrava più stabile. Il lockdown però ha dato il colpo di grazia alla mia malattia, perché non sono più riuscita a proseguire le cure e a fare i controlli. La struttura che mi aveva accolto in Campania, a causa del Covid, ha chiuso le porte e mandato via tutti gli ospiti. Mi sono trovata in strada senza poterci vivere, sempre più malata.

Mi hanno ricoverato in ospedale d’urgenza, ho subìto un’amputazione e ora sono invalida. La struttura sanitaria che mi sta accogliendo non potrà farlo ancora per molto tempo, per questo spero che si trovi una soluzione. Sapere che gli operatori di Caritas conoscono la mia storia per me è una sicurezza, mi dà forza. Non so come andrà a finire questa storia, ma non smetterò di pensare con gratitudine al medico dell’ambulatorio che ha fatto tanto per me e mi ha saputo ascoltare. Senza di lui forse non ci sarei più.